El diario plural del Zulia

Storia della Juventus

La Juventus fu fondata il 1° novembre 1897 da un gruppo di studenti del liceo classico “Massimo D’Azeglio” di Torino, che usavano riunirsi presso una panchina di corso Re Umberto, vicino alla loro scuola.

La tenuta di gioco originariamente adottata era una maglia rosa con una cravatta nera. Alla divisa a strisce verticali bianche e nere, adottata nel 1903, non si passò per caso, come molti pensano (la famosa partita di maglie inviata dall’Inghilterra per sbaglio alla Juventus invece che al Newcastle Utd.): in realtà, stanchi di veder svanire il rosa pallido delle maglie a ogni lavaggio, i giocatori de lla squadra torinese incaricarono un loro compagno inglese, John Savage, di acquistare un nuovo modello di maglie al primo viaggio utile in madrepatria, e questi acquistò lo stesso set utilizzato dal Notts County, il più antico club della prima divisione inglese. Erano maglie bianconere che da allora diventarono la divisa ufficiale della Juventus.

Dal 1923 la proprietà della Juventus è passata alla famiglia Agnelli. In diverse occasioni i fratelli Giovanni e Umberto Agnelli hanno assunto la presidenza della squadra, di cui finanziavano gli acquisti di calciatori, per poi diventare presidenti onorari, titolo attribuito anche all’ex calciatore e presidente Giampiero Boniperti.

Vittorie, tifosi, denaro

Pur avendo vinto in ogni periodo della storia del calcio, ci sono alcuni periodi nella storia della Juventus in cui le vittorie risultano particolarmente concentrate.

In particolare la Juventus ha vinto cinque scudetti consecutivi negli anni trenta, sei scudetti e tutte le coppe internazionali tra la metà degli anni settanta e la metà degli anni ottanta, durante la presidenza di Giampiero Boniperti e con Giovanni Trapattoni in panchina, e cinque scudetti e alcuni trofei internazionali con Marcello Lippi in panchina.

I periodi ricchi di successi sportivi hanno contribuito a rendere la Juventus la squadra più amata dai tifosi italiani e una delle più seguite in Europa e nel mondo.

La popolarità è stata sfruttata dal punto di vista commerciale soprattutto dopo il 1994. Finita l'epoca della presidenza di Boniperti, la proprietà ha affidato la società a tre persone: Roberto Bettega, giocatore negli anni settanta e nei primi anni ottanta, che ha assunto la vicepresidenza della società, lasciando la presidenza senza incarichi operativi prima all'avvocato Vittorio Chiusano e, dopo la sua morte, all'avvocato Franzo Grande Stevens; Luciano Moggi (ex capostazione ed ex procuratore) in qualità di direttore generale e di responsabile degli acquisti e delle cessioni dei calciatori; e infine Antonio Giraudo, manager di fiducia di Umberto Agnelli, in qualità di amministratore delegato, responsabile della parte economico-finanziaria.

Bettega, Giraudo e Moggi hanno dovuto rilanciare una società che subiva perdite pari al 50% del fatturato e non vinceva da anni nessun trofeo importante e hanno dovuto operare nel contesto di una proprietà non più intenzionata e spesso impossibilitata, dovendo pensare alle gravissime difficoltà economiche del gruppo FIAT, a coprire i deficit di bilancio.

In poco più di un anno, ceduti alcuni giocatori di fama, che però pesavano molto con i loro stipendi sui costi della società, e puntato su calciatori fortemente motivati a vincere, sono arrivati i risultati sportivi ed economici. Il bilancio della Juventus ha raggiunto il pareggio e la Juventus ha rivinto il campionato dopo un decennio senza vittorie.

Negli anni successivi la Juventus è riuscita a realizzare in diverse occasioni utili di bilancio, anche grazie a scelte, non sempre popolari tra tifosi e giornalisti, che hanno privilegiato la crescita dei ricavi, il contenimento dei costi e dei debiti attraverso la decisione di spendere, per l'acquisto di calciatori, solo il denaro incassato attraverso la vendita di altri giocatori. Nei primi anni del XXI secolo, con oltre 200 milioni di euro di fatturato, la Juventus è la terza società per ricavi in Europa, dopo Manchester United e Real Madrid.

Inoltre per finanziare nuovi investimenti in un centro sportivo a Vinovo, nei pressi di Torino, e la ristrutturazione dello stadio delle Alpi, concesso per 99 anni dal comune, la Juventus ha ceduto parte delle proprie azioni che sono quotate alla borsa di Milano.

Tra i tanti record, la Juventus detiene anche quello di essere stata la prima squadra in Europa ad aver vinto tutte le Coppe continentali esistenti in un dato periodo (Coppa dei Campioni, Coppa delle Coppe, Coppa Uefa e Supercoppa Europea), un record che la Juventus raggiunse nel 1985.

Altri periodi memorabili

Oltre alle vittorie recenti e ai cinque scudetti consecutivi vinti negli anni Trenta, occorre ricordare due momenti in particolare della storia juventina: la stagione di Sivori e quella di Boniperti.

In realtà si tratta di due facce di una stessa medaglia che ha ben stampato il volto di Giampiero Boniperti.

Da calciatore Boniperti ha battuto ogni record per presenze e numero di gol nella storia della squadra che lo ha visto protagonista in attacco dai primi anni del dopoguerra ai primi anni Sessanta. Negli ultimi anni di carriera ha tuttavia cambiato ruolo, trasformandosi in centrocampista e lasciando il ruolo di attaccante a una strana coppia amatissima dai tifosi bianconeri: il gallese John Charles e l'argentino di origini italiane Omar Sivori.

Il mastodontico Charles, tutto muscoli e potenza, roccioso in area di rigore e correttissimo verso gli avversari, si trova a fare coppia per alcune stagioni con l'agile Sivori, abilissimo nel dribbling, sfacciato e provocatore, capace di giocare con i calzettoni abbassati in gesto di sfida verso gli avversari e di reagire a cazzotti alle provocazioni altrui.

È una coppia che non vince molto, ma colpisce non poco la fantasia dei tifosi. È anche un inno all'amore per il calcio e per la Juventus, cui Sivori dedicherà la sua fattoria argentina.

Pochi anni dopo aver abbandonato il calcio professionistico, Giampiero Boniperti ritorna alla Juventus come presidente, voluto da Giovanni Agnelli per mettere ordine in una società in grande crisi di identità.

È la fine degli anni Sessanta, e una breve collaborazione con Italo Allodi porta all'acquisto di alcuni giocatori che per diversi anni formeranno l'ossatura della Juventus. Ma è soprattutto a partire dal 1976 che, per dieci stagioni, la Juventus si dimostrerà vincente in Italia e in Europa.

Nel 1976 viene assunto un giovane allenatore con un passato di buon mediano nel Milan, Giovanni Trapattoni. Trapattoni impara il mestiere di allenatore dal suo allenatore, Nereo Rocco, che incarna la tradizione calcistica italiana che trionfò negli anni Trenta ai mondiali di Francia e Italia. Il gioco delle squadre allenate da Trapattoni suscita spesso le critiche di chi vorrebbe le squadre italiane più aggressive e votate all'attacco, ma appare efficace e i risultati non mancano.

Nel 1976 la Juventus cede due giocatori quotati, Anastasi e Capello, rispettivamente a Inter e Milan, ricevendo in cambio due giocatori più vecchi, Boninsegna dall'Inter e Benetti dal Milan, e una cospicua somma di denaro. Pare un cattivo affare e invece non è così: la Juventus vince lo scudetto e la Coppa UEFA, battendo in finale l'Atletico di Bilbao (1-0 a Torino e 1-2 a Bilbao). È doppio record: nessuno aveva ottenuto 51 punti in un campionato a 16 squadre e nessuna squadra italiana aveva vinto una coppa con soli giocatori italiani.

È anche l'inizio di un decennio che si concluderà con 6 campionati vinti e un altro record: la Juventus è la prima squadra europea a vincere tutte e tre le coppe (UEFA nel 1976/77, Coppa delle Coppe nel 1983-84, Coppa dei Campioni l'anno successivo).

La Juventus e la Nazionale

È la squadra che ha fornito il maggior numero di giocatori alla Nazionale azzurra in assoluto, e in particolare nelle tre edizioni della Coppa del Mondo vinte dagli azzurri (1934, 1938 e 1982).

L'ossatura della nazionale che vinse due campionati mondiali consecutivi era costituita dai giocatori della Juventus che negli anni Trenta vinse cinque scudetti consecutivi.

Anche nelle due emozionanti avvenuture della Nazionale in Argentina (1978) e Spagna (1982) la supremazia calcistica della Juventus nel decennio di Trapattoni è evidenziata dalla presenza dei calciatori bianconeri in nazionale.

Sono almeno sei o sette in ogni gara i giocatori della Juventus: Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Cuccureddu, Tardelli, Benetti, Causio, Bettega e Rossi sono protagonisti di una o di entrambe le competizioni.
Nel 1982 Paolo Rossi vince la classifica dei marcatori del Mondiale, oltre che il titolo di campione del Mondo. Anche Totò Schillaci, nel mondiale del 1990, sarà capocannoniere. Roberto Baggio è il miglior giocatore della nazionale durante i Mondiali statunitensi.

La Juventus e il pallone d'oro

Per otto volte giocatori della Juventus hanno vinto il pallone d'oro, prestigioso riconoscimento del periodico francese France Football. È un record: nessuna squadra europea ha fatto meglio. I vincitori sono stati: Omar Sivori (1961), Paolo Rossi (1982), Michel Platini (1983, 1984, 1985), Roberto Baggio (1993), Zinedine Zidane (1998) e Pavel Nedved (2003).

Soprannome

La squadra della Juventus ha come soprannome "Signora", ma altro curioso soprannome, riservato soprattutto a giocatori e tifosi è "gobbi", nel dialetto piemontese "goeba". Il termine viene fatto risalire ad un curioso episodio: negli anni Cinquanta per una stagione durante le corse dei giocatori le maglie bianconere trattenevano l'aria, gonfiandosi e creando una sorta di gobba. Il soprannome, probabilmente creato dai rivali cittadini tifosi del Toro, ha le sue radici nel dialetto piemontese: infatti in tale dialetto il termine "goeba" è un modo usato per indicare sia la deformità fisica sia una persona dotata di tale deformità.

Curiosità

Dal campionato 1929/1930, la Juventus ha sempre militato nel campionato italiano di massima serie, come l'Inter.

Negli ultimi 75 campionati, si è classificata 28 volte prima, 16 volte seconda e 9 volte terza; in sole 10 occasioni si è piazzata oltre il 5° posto, ottenendo il suo peggior piazzamento nella stagione 1961/1962 con il 12° posto finale. Gli altri due scudetti furono vinti prima del 1930.

Come l'Inter (che si classificò ultima nel suo girone nel campionato 1921/1922), la Juventus terminò all'ultimo posto nel girone piemontese nella stagione 1912-13, fu retrocessa in seconda divisione ma con un escamotage riuscì ad iscriversi l'anno seguente in serie A in Lombardia dove c'era un posto libero. Il girone unico nazionale (denominata in seguito Serie A) venne quasi stabilmente adottato nella stagione 1929-30 dopo l'avvento del fascismo, anche se già in precedenza si erano disputati diversi campionati con questa formula.

È stata la prima squadra europea ad avere vinto tutte e tre le grandi competizioni continentali (Coppa Uefa, Coppa delle Coppe, Coppa dei Campioni, ora Champions League).

Dagli anni Venti in poi è sempre stata legata al destino della famiglia Agnelli, che oggi possiede circa 2/3 del capitale della società quotata in borsa. Nel campionato 2005/2006 ha battuto il proprio record (nonchè assoluto) di vittorie consecutive dalla prima giornata di campionato arrivando consecutivamente a 9 vittorie. Altro record raggiunto dalla juventus sempre nel campionato 2005/2006 sono i 52 punti totalizzati nel girone di andata, con 1 sconfitta, 1 pareggio e 17 vittorie, record assoluto dall'entrata in vigore dei tre punti.

Lo Stadio

Disputa tutte le gare interne nello "Stadio delle Alpi", anche se in passato, in rarissime circostanze, ha preferito disputare alcuni incontri nello Stadio "Giuseppe Meazza" di Milano; in precedenza, fino al 1990 ha giocato nello Stadio Comunale, dove ha continuato ad allenarsi per alcuni anni fino a quando lo stadio non è stato venduto dal Comune di Torino al Torino. E' in progetto la ristrutturazione dello Stadio delle Alpi, che prevederà un netto calo del numero di posti (da 67'000 a 35'000-40'000), ma con numerosi servizi in più, tra cui il museo del club, bar, ristoranti e piccoli palchi per le autorità. Nel frattempo, i bianconeri torneranno a giocare nello stadio dei cugini granata, il glorioso "Comunale", ora con due appellativi in più: l'onorevole "Olimpico" e il memento del "Grande Torino".

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